ASUS Maximus V Formula, sprigiona la potenza di Ivy Bridge - Consumi e stabilità

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Consumi e stabilità

 

Avvalendoci dei punti di lettura disponibili sul PCB della Maximus V Formula abbiamo rilevato la stabilità delle tensioni sotto carico tramite LinX. Abbiamo inoltre misurato i consumi del sistema per valutare l’efficienza delle fasi di alimentazione. Ricordiamo che l’importanza del circuito di alimentazione è direttamente proporzionale alla capacità computazionale espressa da LinX, poiché a determinate frequenze limite, il processore assorbe un elevato quantitativo di corrente e se la sezione di alimentazione della motherboard non riesce a far fronte alla richiesta di corrente, il valore computazionale di LinX rimane basso. Di solito su molte altre schede madri con una sezione di alimentazione non all’altezza, per cercare di chiudere il test ad una data frequenza, si aumenta il voltaggio applicato al processore (Vcore), ma ci si scontra con il problema della temperatura. Per i test è stata scelta una frequenza target con un voltaggio comune con cui eseguire il test di LinX. Al fine di porre sullo stesso piano le schede e verificare la loro capacità di stabilizzare il Vcore, siamo intervenuti sul LoadLineCalibration settandolo al massimo e le abbiamo comparate rilevando gli sbalzi di tensione in esercizio, nonché il valore in GFlops di picco generato per ognuna. Di seguito la tabella riepilogativa dei test effettuati.

 

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Comparando i risultati con quelli ottenuti dalle schede di altre case, la Maximus V Formula non ha saputo distinguersi in termini di efficienza o di GFlop, restituendo valori peggiori rispetto alla ASUS Sabertooth Z77 di fascia inferiore. Siamo sicuri però che in questo caso entra in gioco la versione del BIOS che non è particolarmente matura e che in futuro saprà restituire alla scheda gli onori che merita. Quando i valori si discostano di poco, anche il BIOS può essere parte in causa e fare da collo di bottiglia per le prestazioni della motherboard.

 

Corsair